Frana a Ischia, dall’emergenza al futuro
Se solo il cielo fosse riuscito a trattenere un po’ di quella pioggia venuta giù a cateratte.
Se solo le rocce che si sono staccate dal maestoso monte, avessero seguito altre traiettorie fino a carambolare in mare.
Se solo il fango avesse potuto deviare, anche di poco, senza travolgere le case, fino a sventrarle, e le vie, fino a trasfigurarle che anche gli abitanti dicevano – all’alba della tragedia compiuta – Oddio, dove siamo!
Questo servizio non sarebbe andato in onda e oggi Giovangiuseppe, 22 giorni, Maria Teresa, 6 anni, Francesco 11 anni, Michele 16anni e gli adulti – loro genitori e vicini di casa e amici – sarebbero ancora qui con noi. I grandi a raccontarsi del pericolo scampato, i piccoli a giocare e a crescere.
La ferita di Casamicciola è il taglio che scende giù dall’Epomeo, nero, spettrale che i mille spiriti che lo possiedono, ancora lo animano. Una cicatrice che divide il di qua dal di là e per attraversarla bisogna sporcarsi fino alle caviglie.
Dal Comitato che sta gestendo l’emergenza sono arrivate due importanti notizie: il numero degli sfollati aumenterà, perché ci sono altre case in pericolo; l’area sarà messa in sicurezza e, solo dopo, si valuterà se ricostruire le case.
La macchina dei soccorsi è imponente. Vigili del fuoco, Protezione civile, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia municipale, Guardia Costiera. In forze e ben organizzati.
Ma a commuovere sono loro, i volontari. Studenti che, con le scuole chiuse, si sono precipitati per dare un aiuto. Sporchi di fango, con tra le mani badili enormi, più grandi di loro. Mai stanchi e con il sorriso pronto a tirare su chi sta per cedere.
E la proprietaria di un supermercato, che si è trovato sulla linea della colata. Lei pulisce con una pompa quello che si può recuperare e lo regala ai residenti. Qui, dove manca la corrente elettrica e le case sono chiuse, oppure invase dalla poltiglia. Qui da dove la speranza non è andata via.