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Previsioni meteorologiche Autunno 2023: doppia perturbazione incalza l’Italia interrompendo la quiete estiva

L’arrivo dell’Autunno è sancito. Una doppia minaccia meteorologica pone fine alla dominante alta pressione africana che ha regalato giorni soleggiati anche in settembre. Un’impetuosa perturbazione si abbatte sull’Italia, manifestando fenomeni intensi con sfumature temporalesche e vigorose folate di vento. Un mare agitato è atteso lungo le coste del nord-ovest, mentre da domenica un calo termico di 6-8 gradi è previsto.

Il primo attacco viene dal Mediterraneo, con un nucleo instabile proveniente dalla Spagna che porterà piogge e rovesci al centro-nord. Poi, un fronte atlantico proveniente dalla Scozia intensificherà la tempesta con temporali e sporadiche nevicate sulle Alpi oltre i 2.200 metri. La Protezione Civile ha emesso un’allerta gialla per rischio idrogeologico in sei regioni (Lombardia, Lazio, Liguria, Umbria, Toscana, e Sardegna). Napoli e provincia hanno già assistito a un nubifragio all’alba, causando intoppi nella rete ferroviaria della Circumvesuviana.

Eppure, il sole resiste in tre regioni del sud. Calabria, Puglia e Sicilia continueranno a godere di un cielo sereno e temperature elevate, con picchi fino a 36 gradi, grazie al vento di scirocco. Talmente caldo che a Palermo, Messina e Trapani è stata dichiarata l’allerta rossa per il rischio incendi. Ma il cambiamento è alle porte: dalla prossima settimana, il ciclone equinoziale si estenderà sul meridione, dando l’addio definitivo all’estate.

Il sogno da realizzare di Factory Tax

Il progetto si chiama “Il sogno da realizzare” ed è stato lanciato da Factory Tax, una realtà con sedi a Napoli, Milano, Roma e Sorrento. La guidano Ezio Stellato e Daniele D’Ambrosio i quali, nell’iniziativa hanno trovato alleati nelle persone di Nino Carmine Cafasso, Giovanni De Vita, Pio Morcone, Davide Leonardi, Renato Penza e Marco Fiengo.

Il progetto è un invito a tutti i giovani perché possano sognare in grande. Un aiuto a non perdere la speranza di conseguire un’adeguata istruzione universitaria, indispensabile per poter entrare nel mondo del lavoro con le stesse opportunità concesse a tutti.

Factory Tax ha stilato un vero e proprio manifesto: “Viviamo in un mondo in cui ci sono continui messaggi volti alla svalutazione della cultura, del sacrificio e della formazione universitaria; dedicare tempo e denaro al percorso di studi necessario a soddisfare le proprie aspirazioni è una possibilità che non a tutti viene concessa con la conseguenza di vedersi inibito l’accesso alla professione o al lavoro desiderato”.

L’obiettivo che si propone Factory Tax è quello di abbattere le barriere ai sogni dei ragazzi, scommettere sulla formazione e sulla determinazione dei giovani affiché non abbandonino le proprie speranze. Particolarmente quei giovani che, appartenendo a nuclei familiari in difficoltà economiche, rischiano di rinunciare a rendere pieno di occasioni il proprio futuro.

È possibile presentare la propria candidatura alla borsa di studio inviando un’e-mail all’indirizzo sogno@factorytax.it”.

Rientro tra i banchi: le emozioni, le festività e i rituali degli studenti italiani nel 2023

Il sipario si apre sul nuovo anno scolastico. Questa mattina, con la campanella che ha riecheggiato nelle aule, Emilia Romagna, Lazio e Toscana hanno salutato il ritorno degli studenti. Nonostante alcune modifiche ai calendari regionali, ogni scuola si è assicurata di accogliere i propri alunni entro il 15 settembre, con l’idea di chiudere il sipario scolastico entro l’11 giugno 2024.

Quest’anno, il 2023, si annuncia ricco di interruzioni e momenti di pausa. A partire da Ognissanti, festeggiato tra l’1 e il 2 novembre, fino all’Immacolata, che quest’anno regala un lungo weekend cadendo di venerdì. E per chi si chiedesse delle vacanze natalizie e pasquali? Beh, la maggior parte delle regioni si immergerà nello spirito festivo dal 23 dicembre al 6 gennaio 2024, mentre una breve sosta primaverile si avrà dal 28 marzo al 2 aprile 2024.

Ma non è tutto rose e fiori. Il rientro porta con sé una valanga di emozioni. L’ansia si fa spazio tra 4 studenti su 5, colorati da sfumature di rabbia, desiderio di evasione e frustrazione. Per un terzo di loro, la sfida è riconciliarsi con la routine quotidiana. E mentre il timore di sommergersi nei compiti serpeggia, c’è chi cerca conforto nei rituali: un accessorio “magico”, un vestito considerato fortunato o quel particolare banco, custode di tanti segreti e ricordi.

IT-Alert: l’innovativo sistema di allarme Nazionale per emergenze

L’IT-alert rappresenta l’avanguardia nell’informazione d’emergenza. Una sorta di “avvisatore personale” per chi ha un cellulare, pronto a segnalare situazioni di grave pericolo in una determinata area. Ancora in fase di sperimentazione, il suo obiettivo è ampliare e affiancare i metodi di comunicazione già presenti. Non bisogna pensare all’IT-alert come un’ancora di salvezza, ma piuttosto come un primo campanello d’allarme: una fonte rapida e tempestiva di informazioni cruciali.

IT-Alert, come funziona?

Se ci si trova nell’area di interesse, IT-alert segue lo standard internazionale “Common Alerting Protocol” (CAP), assicurando così una perfetta integrazione con altri sistemi di allarme sia a livello nazionale che internazionale.

Vuoi saperne di più sui rischi specifici in Italia? Visita qui il sito https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/ e per conoscere le buone pratiche di protezione civile, a questo link : https://www.iononrischio.gov.it/it/

Quando e perché si attiva?

L’IT-alert non suona per ogni piccolo contrattempo. Seguendo la Direttiva UE 2018/1972 e il Codice delle comunicazioni elettroniche italiano, scatta solo in situazioni gravi o di potenziale catastrofe. Ma, al momento, è in modalità test, con un’attenzione particolare ad eventi specifici e ben definiti.

Eventi monitorati

La fase pilota dell’IT-alert sta affrontando una lista precisa di rischi, come indicato dalla Direttiva del 7 febbraio 2023:

  • Tsunami causati da terremoti
  • Rottura di grandi dighe
  • Eruzioni dei vulcani come Vesuvio e Stromboli
  • Emergenze nucleari e radiologiche
  • Gravi incidenti in specifici stabilimenti industriali
  • Forti precipitazioni

Chi spinge il pulsante?

In questa fase, il Dipartimento della Protezione Civile ha il controllo. Ma presto, secondo la Direttiva del 7 febbraio 2023, anche altre entità potranno usare direttamente il sistema.

Cosa succede in caso di allarme?

Se ci si trova nella zona a rischio, il telefono squillerà con un tono distintivo. Sullo schermo si leggerà “IT-alert”. Durante questa fase di test, viene chiesto anche di rispondere a un questionario: un modo per rendere il servizio ancora migliore.

Limiti da considerare

Ogni nuova tecnologia ha le sue sfide. L’IT-alert non fa eccezione. Gli imprevisti naturali, le incertezze scientifiche, e i limiti tecnologici possono influenzare l’efficacia. Ad esempio, ci sono sfide nella sincronizzazione tra l’area di allerta stimata e la copertura delle antenne telefoniche. Ciò significa che talvolta alcuni dispositivi potrebbero non ricevere l’alert, mentre altri al di fuori dell’area potrebbero farlo.

Ma ricorda, l’IT-alert non è l’unico baluardo contro i rischi. È uno strumento per sensibilizzare e prepararti meglio.

Come funziona il sistema IT-alert

Il servizio IT-alert si posiziona come un pilastro fondamentale nella protezione civile, agendo come uno scudo informatico per i cittadini. Questo strumento pubblico, essenziale in tempi di emergenze gravi o eventi catastrofici, ha il compito di inviare messaggi ai dispositivi presenti nelle zone a rischio. L’obiettivo? Informare tempestivamente le persone, minimizzando così i rischi individuali e di comunità.

L’innovativa tecnologia “cell-broadcast” è alla base del funzionamento di IT-alert. Se immaginiamo la rete mobile come una vasta tela, ogni punto (o cella) può veicolare un messaggio IT-alert a qualsiasi dispositivo acceso e connesso. Questi messaggi hanno la precisione di un chirurgo, perché possono essere direzionati ad un gruppo specifico di celle, delineando l’area effettivamente a rischio.

In situazioni in cui la rete è congestionata o con campo limitato? Nessun problema. Il cell-broadcast  continua a funzionare impeccabilmente.

Tuttavia, ci sono alcune condizioni che potrebbero impedire la ricezione: dispositivi spenti, mancanza totale di campo o suoneria impostata su silenzioso. E, anche se non è necessario avere un’App specifica, è sempre una buona idea controllare le impostazioni del dispositivo, specialmente dopo un backup o se il sistema operativo non è aggiornato.

Come si adatta IT-alert al dispositivo

La percezione di IT-alert è come un camaleonte, adattandosi a modello, sistema operativo e versione in uso. Ma qui c’è la magia: non c’è bisogno di fare nulla per ricevere questi messaggi salvavita. Persino disabilitando la funzione IT-alert nelle impostazioni del dispositivo, i messaggi arrivano lo stesso. Il sistema assicura l’invio utilizzando la massima priorità.

Privacy al primo posto

Chi è preoccupato per la privacy deve sapere che con IT-alert, si può stare tranquilli. Non viene raccolto, archiviato o analizzato alcun dato personale. Grazie al sistema cell-broadcast, gli operatori telefonici inviano messaggi in modo indifferenziato e anonimo, basandosi esclusivamente sulla posizione geografica.

Questo flusso informativo è unidirezionale. In pratica, il Dipartimento della Protezione Civile e gli operatori telefonici inviano messaggi senza ricevere alcun feedback. E c’è una certificazione di sicurezza: il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha dato il suo benestare al sistema IT-alert.

Vuoi saperne di più? Il provvedimento completo è disponibile qui https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9207188

Sperimentazione

Il sistema IT-alert è in rampa di lancio e, per diversi mesi, è stata costruita la base tecnica che collega le CBE ai CBC dei principali operatori telefonici. Grazie a questo, sono stati effettuati vari test tecnici, come quelli visti durante gli eventi “Vulcano 2022” e “Sisma dello Stretto 2022”. Ora, c’è un’attenzione particolare alla sicurezza del sistema, per assicurarsi che tutto funzioni alla perfezione.

Nel 2022, la sperimentazione è diventata pratica, coinvolgendo i cittadini. Uno dei primi test reali è avvenuto sull’isola di Vulcano dove, durante una simulazione, sono stati inviati messaggi alla popolazione per istruirla su come comportarsi in caso di emergenza. In un evento successivo in Calabria e Sicilia, il sistema IT-alert ha mostrato il suo potenziale raggiungendo oltre mezzo milione di persone.

In più, grazie a un questionario online, si è scoperto che il 96% dei 20 mila partecipanti ha ricevuto il messaggio di allarme come previsto.

Da metà 2023, diversi test regionali sono stati programmati in diverse aree d’Italia, e per la fine dell’anno tutti avranno la possibilità di vedere come funziona IT-alert nella loro regione.

L’idea di IT-alert nasce dall’obiettivo di proteggere la vita delle persone in caso di emergenze. Questo concetto è supportato da diverse normative e direttive italiane ed europee, ed è previsto per diventare uno strumento fondamentale per la protezione civile.

Normative

Per chi è interessato ai dettagli legali, ecco alcune delle principali normative e direttive che riguardano IT-alert e la protezione civile:

Allertamento e sistema di allarme pubblico IT – Alert in riferimento alle attività di protezione civile. Testo coordinato della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2020 con la Direttiva del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare del 7 febbraio 2023

https://www.protezionecivile.gov.it/it/normativa/it-alert-testo-coordinato-dpcm-del-23-ottobre-2020-e-dm-del-7-febbraio-2023/

Direttiva del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare del 7 febbraio 2023 – Allertamento di protezione civile e sistema di allarme pubblico IT-Alert

https://www.protezionecivile.gov.it/it/normativa/direttiva-del-7-febbraio-2023/

Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2020 – Allertamento di protezione civile e sistema di allarme pubblico IT-Alert

https://www.protezionecivile.gov.it/it/normativa/direttiva-del-presidente-del-consiglio-dei-ministri-materia-di-allertamento-di-protezione-civile-e-sistema-di-allarme-pubblico-it-alert/

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 giugno 2020. “Modalità e criteri di attivazione e gestione del servizio It- Alert”

https://www.protezionecivile.gov.it/it/normativa/decreto-del-presidente-del-consiglio-dei-ministri-del-19-giugno-2020—modalit–e-criteri-di-attivazione-e-gestione-del-servizio-it–alert-/

Nicola Gratteri nuovo procuratore capo di Napoli: sfida alla ‘ndrangheta e vita sotto scorta

Nicola Gratteri, 65 anni, ha superato ogni previsione, diventando il nuovo Procuratore di Napoli. Già a capo dei pm a Catanzaro, la sua elezione da parte del CSM per presiedere l’ufficio giudiziario partenopeo è una dimostrazione della sua resilienza e capacità. Questa nomina riempie un vuoto lasciato per diciotto mesi da Giovanni Melillo, ora a capo della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Gratteri, con la sua impareggiabile esperienza, ha conquistato 19 voti nel plenum del CSM.

Chi ha votato Gratteri

L’ascesa di Gratteri non è stata priva di sfide. Tuttavia, grazie alla sua inarrestabile determinazione nella lotta alla ‘ndrangheta, ha guadagnato il sostegno di numerose figure chiave. Questo appoggio non è un caso: Gratteri ha costruito una rete solida con procure in tutto il mondo, grazie alla sua profonda esperienza nell’affrontare il crimine organizzato a livello nazionale e oltre. Con oltre 140 criminali arrestati sotto la sua vigilanza, molti dei quali tra i più pericolosi, ha dimostrato il suo impegno e la sua dedizione. Malgrado queste vittorie, alcune voci critiche sono emerse, specialmente da sostenitori di altri candidati.

Solo un anno fa, Gratteri era sull’orlo di diventare il Procuratore Nazionale Antimafia. Ha affrontato la situazione con franchezza, riconoscendo l’influenza delle correnti nel CSM e scegliendo di rimanere distante da quel circolo. Ma ora, la sua resilienza ha dato i suoi frutti, guidando il più grande ufficio inquirente d’Europa.

Chi è realmente Gratteri?

Ripercorrendo la sua carriera, Gratteri ha mostrato un impegno costante nella lotta alla ‘ndrangheta fin dagli anni ’80. Sopravvissuto a tre attentati nel 1993 e scampato a un altro nel 2005, la sua tenacia non ha limiti. Dai primi giorni come sostituto procuratore a Locri, alle sue attuali posizioni di leadership, Gratteri ha dimostrato di essere un faro nella lotta alla criminalità organizzata. E mentre la sua carriera ha avuto alti e bassi, tra cui una proposta mancata come Ministro della Giustizia nel 2014, il suo nome rimane sinonimo di integrità e determinazione nel panorama giudiziario italiano.

Un viaggio nella sua carriera

La storia di Gratteri serve da monito per chi crede che la lotta contro la criminalità sia un compito impossibile. Con coraggio, dedizione e una visione chiara, può emergere la vittoria anche dalle circostanze più avverse. E ora, con Gratteri al timone a Napoli, la città ha tutte le carte in regola per affrontare i suoi più grandi nemici con rinnovata energia e speranza.

Libri scolastici, è Napoli la città più cara

A Napoli è record per il caro libri. Da un’indagine realizzata da Adoc ed Eures in tre grandi aree metropolitane tra cui il Capoluogo campano, Milano e Roma. Ecco cosa ne è venuto fuori: i libri di testo delle scuole superiori di primo grado sono in media di 330 euro a Napoli, di 321 a Milano e di 315 a Roma. Per le scuole secondarie di secondo grado, la spesa media è di 511 euro a Milano, 498 euro a Napoli e 494 a Roma.

Naturalmente, il costo dei libri scolastici varia nei diversi indirizzi. Quello più costoso, secondo lo studio, risulta il liceo scientifico, con una spesa media di 530 euro. A seguire gli istituti tecnici, con 488 euro, e i licei classici dove si spende mediamente 485 euro. Ma non finisce qui, perché occorre sommare il costo dei dizionari di latino e greco, che si aggira complessivamente intorno ai 150 euro. Senza dimenticare la spesa per il materiale scolastico, che può variare di molto in relazione all’indirizzo di studi: si va in una forbice tra i 120 e i 200 euro.

Per le famiglie è un vero salasso

Considerando nucleo medio con due figli in due differenti cicli scolastici di secondo grado, per l’acquisto dei libri di testo e del materiale scolastico si arriva velocemente a 800 euro. Appena, si fa per dire, 442 euro per un figlio che frequenti la prima media e 621 euro per un figlio iscritto al primo anno di una scuola superiore di secondo grado. L’unica nota positiva è che il costo per l’acquisto dei soli libri scende nel corso degli anni successivi, facendo scendere la spesa media annua a 200 euro per le scuole superiori di primo grado ed a 340 euro per le scuole secondarie di secondo grado, sempre solo per l’acquisto dei libri.

Le scuole, dal canto loro, potrebbero contribuire al contenimento dei costi dei libri per le famiglie incentivando azioni di riuso, condivisione e passaggio dei testi tra le classi successive. Cosa pochissimo diffusa. Inoltre, laddove possibile, gli istituti scolastici potrebbero mettere a disposizione testi comuni per le diverse sezioni e creare al proprio interno biblioteche solidali per mettere a disposizione gratuitamente i libri ed il corredo scolastico per le famiglie in difficoltà.

Misure per le famiglie meno abbienti

Esistono, comunque, misure e agevolazioni messe in campo da Stato, Regioni e Comuni per garantire la fruizione dei libri di testo per gli alunni meno abbienti. Risorse che interessano però soltanto famiglie con Isee fino a 13/15 mila euro, arrivando a coprire solo il 40/50 per cento delle spese. Si potrebbero, inoltre, creare misure come avviene per le spese sanitarie, per rendere detraibili dalle tasse le spese per la scuola.

Maturità 2023: studenti alle prese con Moravia, Quasimodo, Angela e Fallaci

Con l’apertura dei plichi del ministero, contenenti le sette tracce della prima prova, sono ufficialmente partiti gli esami di stato 2023. Il primo a pubblicare le tracce è stato il sito specializzato Skuola.net.
Gli ambiti previsti sono: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Tre le possibili tipologie: due analisi del testo, poetico di prosa; tre tracce di testo argomentativo; due temi di attualità. Ci sono Alberto Moravia tra le proposte ai maturando, con un brano tratto da “Gli Indifferenti” e Salvatore Quasimodo, con “Alla nuova luna” della raccolta “La Terra impareggiabile”.
Per il testo argomentativo, una delle tracce riporta uno scritto di Piero Angela, tratto dal libro “Dieci cose che ho imparato”. In alternativa, gli studenti potranno analizzare un brano di Oriana Fallaci, tratto dal libro “Intervista con la storia”. Prende spunto dal libro “L’idea di Nazione” di Federico Chabod, la traccia di carattere storico.

WhatsApp alla Maturità

Si ispira a un articolo del giornalista Marco Belpoliti, dal titolo “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp” (pubblicato sulla Repubblica nel 2018), uno dei temi di attualità. Mentre richiama una lettera aperta inviata nel 2021 dal mondo accademico e culturale all’ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per la reintroduzione delle prove scritte alla Maturità, un’altra delle tracce.

Salvatore Quasimodo nell’olimpo degli autori più proposti

Secondo il sito Skuola.net, Salvatore Quasimodo entra nell’olimpo degli autori più proposti alla Maturità in era moderna, raggiungendo a quota tre Montale e Ungaretti. Quasimodo è stato proposto nel 2002 e nel 2014, selezionato dai ministri Moratti e Giannini.

Aeroporto Salerno – Costa d’Amalfi, attesi cinque milioni di viaggiatori

L’investimento per il secondo aeroporto della Campania ammonta a mezzo miliardo di euro. Sarà al contempo polo di attrazione turistica e di commercializzazione. Particolarmente importante per l’agricoltura e l’industria della provincia di Salerno. Per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca “verrà realizzata un’opera molto intrigante e così si creano nuove attrazioni”. L’Aeroporto Salerno – Costa d’Amalfi sarà realizzato in base agli standard più moderni, soprattutto dal punto di vista del risparmio energetico e dell’attenzione all’ambiente. Prevista anche una fermata della metropolitana nel punto dove sorgerà il nuovo.

Il nuovo aeroporto sarà attivo dal 2024

Il nuovo aeroporto di Salerno – Costa D’Amalfi è un progetto firmato da Ateliers Alfonso Femia e Deerns Italia con Deerns NL, Planeground, Techproject, Od’A e Sun Flower. Un lavoro corale per dare vita ad un nuovo concetto di hub aeroportuale fatto di grandi spazi aperti, in armonia con il contesto storico e ambientale. È previsto che la pista di decollo sia allungata fino a 2.200 metri e il nuovo terminal esteso su una superficie di 16 mila metri quadrati più un piano interrato. Maestosa anche l’area di accesso all’aeroporto, circondata da una grande zona di parcheggio.

Mezzo secolo di Cinture di Sicurezza, angeli custodi di innumerevoli vite

L’ONU rende tributo al valore salvavita delle cinture di sicurezza, le quali hanno contribuito a un calo del 30% delle fatalità stradali dal 2000. La Commissione Economica per l’Europa dell’ONU stima un decremento del 15% delle vittime stradali sia nel decennio 2000-2010 che nel 2010-2019. Nonostante ciò, l’uso delle cinture non è ancora obbligatorio in numerosi paesi, con 1,35 milioni di vite perdute sulle strade ogni anno, il 93% delle quali nei paesi in via di sviluppo.

In Italia, il mandato per le cinture di sicurezza è introdotto nel 1976, con ogni nuova auto obbligata ad essere equipaggiata con gli attacchi per le cinture. Con la legge 111/1988, l’uso delle cinture sui sedili anteriori diventa obbligatorio, con sanzioni pecuniarie per chi non rispetta la norma. Con l’introduzione della “patente a punti” nel 2003, le sanzioni comprendono anche la decurtazione di 5 punti. Nel 2006, si estende l’obbligo di utilizzo delle cinture ai sedili posteriori.

Facciamo un passo indietro. La Francia è il primo paese europeo a rendere obbligatorie le cinture nel 1973, seguita da Spagna nel 1974, e dai Paesi Bassi, Norvegia e Svezia nel 1975. Fuori dall’Europa, nel 1984 lo Stato di New York si unisce al club, seguito dalla Federazione Russa nel 1987 e dalla Cina nel 1993. Il merito di tutto ciò va all’ingegnere aeronautico svedese Nils Bohlin e alla Volvo, un gigante dell’industria automobilistica europea. Dopo anni di ricerche, nel 1958, Bohlin realizza la prima cintura di sicurezza a tre punti e, in un atto di generosità, il brevetto viene liberamente concesso alle altre case automobilistiche.

Una piccola nota di curiosità. I primi brevetti per cinture di sicurezza risalgono alla fine dell’Ottocento. Tuttavia, è solo intorno agli anni ’30 del Novecento, grazie alla spinta di un gruppo di medici americani che richiedono l’installazione di cinture su tutti i veicoli, che la questione torna all’attenzione del pubblico. Un altro fatto interessante: la Volvo inizia a montare di serie le cinture di sicurezza sul modello PV544, prodotto a partire dal 1959. Dal 1963, tutte le auto in produzione dalla Volvo sono dotate di cinture di sicurezza.

Smart Working, si profila l’addio? Non per tutti

Siamo al capolinea per lo smart working in Italia? Non propriamente, poiché è nato dall’impellenza della pandemia, più che dalla visione di un futuro lavorativo differente. Tuttavia, non si tratta di una chiusura totale. Sembra infatti che ci sia una tendenza da parte del governo a mantenere l’opzione dello smart working solo per coloro che sono considerati “fragili”. Questo potrebbe lasciare fuori dalla possibilità di lavoro da remoto i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni.

Anche se non abbiamo ancora una conferma ufficiale, sembra che dal 1° luglio lo smart working sarà riservato esclusivamente ai lavoratori con gravi problemi di salute. L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano calcola che attualmente i lavoratori da remoto sono circa 3,6 milioni, un calo di mezzo milione rispetto all’anno scorso.

Questo gruppo rappresenta quasi il 15% dell’intera forza lavoro. Attualmente, tra quelli che usufruiscono del lavoro da remoto troviamo i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che privato, e i dipendenti del settore privato con figli minori di 14 anni, purché l’altro genitore non sia destinatario di sussidi al reddito o non lavori.

Oltre alla questione politica, c’è il problema dei costi. Per rifinanziare il lavoro agile servirebbero una trentina di milioni di euro, secondo i calcoli della Ragioneria. Ad esempio, per ogni insegnante “fragile” che lavora da casa, è necessario un supplente in classe, quindi lo Stato finirebbe per pagare due stipendi. Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica amministrazione, ha espresso la speranza che non venga meno l’attenzione verso i lavoratori fragili.

Come dichiarato sul sito del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, a partire dal 1° febbraio 2023 tutte le comunicazioni devono essere inviate soltanto tramite l’applicativo disponibile su Servizi Lavoro, chiamato Lavoro Agile. Tuttavia, le comunicazioni relative ai lavoratori “fragili” e ai lavoratori con figli di età inferiore ai 14 anni possono essere inoltrate senza l’accordo individuale allegato fino al 30 giugno 2023.