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Al MANN, la mostra dal titolo “Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano”

Finalmente si potranno vedere le straordinarie scoperte, risalenti al 2022, fatte nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex-voto anatomici ci raccontano una storia di devozione, di culti e riti ospitati in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata per scopi terapeutici. Proprio l’acqua calda ha conservato in un eccezionale stato lunghe iscrizioni in etrusco e latino, che raccontano dei frequentatori del luogo sacro, delle divinità invocate e della contemporanea presenza di Etruschi e di Romani attorno all’acqua calda.

Presso il Bagno Grande è emersa parte del santuario etrusco e romano eretto attorno ad una vasca costruita in blocchi di travertino, profonda oltre quattro metri. La vasca, che esisteva già in età etrusca, venne poi fu ristrutturata e ingrandita durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.) per accogliere offerte votive fino al IV secolo d.C. Le offerte sono state trovate a oltre tre metri di profondità sotto un compatto strato di tegole, che custodiva anche un fulmine in bronzo e una freccia in selce che potrebbero rappresentare un fulgur conditum (il rito del fulmine sepolto).

La mostra, al MANN, che segue l’esposizione presso le Scuderie del Quirinale, è arricchita di quattro pezzi: la statua in bronzo di una figura femminile, con le mani aperte per la preghiera, che indossa un chitone e un mantello; la base di un donario in travertino, che eccezionalmente presenta un’iscrizione ‘bilingue’ in etrusco e in latino; un reperto che può essere inserito nel gruppo degli ex-voto anatomici, probabilmente di un rene in versione miniaturistica; un pendente a forma di pesciolino, intagliato in un prezioso frammento di cristallo di rocca bianco perfettamente trasparente.

Carte Leopardi, tutta l’opera è consultabile online

L’opera di Giacomo Leopardi, uno dei poeti più amati dagli italiani, è ora consultabile on line al link https://dl.bnnonline.it/handle/20.500.12113/4758. Lo si deve all’immane lavoro compiuto dagli studiosi e custodi dei manoscritti dell’autore, appartenenti al Fondo “Carte Leopardi” della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.

Complessivamente sono state prodotte 15.202 immagini per la digitalizzazione, tra opere rilegate e carte sciolte. Si è trattato di una operazione lunga e complessa, sostenuta in parte dal finanziamento dell’8 per mille e compiuta con la collaborazione della società  Inarte. Un grande vantaggio per studiosi, studenti e semplici cittadini che possono adesso vivere l’emozione di accostarsi alla scrittura originale del grande poeta partecipando direttamente al processo creativo dell’autore.

Il grande merito della Biblioteca Nazionale

Da molti anni la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli è impegnata nelle attività di digitalizzazione del proprio patrimonio. Diversi sono stati i progetti  finanziati dal Ministero della Cultura e da fondi europei e i contributi regionali. Preziosa è stata, inoltre, la collaborazione con grandi aziende informatiche. La straordinaria raccolta Leopardiana è pervenuta alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli per lascito testamentario di Antonio Ranieri, l’amico napoletano di Giacomo Leopardi. Non prima dell’esito favorevole seguito a una lunga controversia giudiziaria. Si tratta del corpus quasi completo delle opere del grande poeta. Non ci sono alcuni pezzi dell’epistolario, nella parte di lettere indirizzate da Giacomo Leopardi ad altri. Da anni la Biblioteca napoletana sta cercando di recuperarli attraverso indagini e acquisti mirati sul mercato antiquario.

A Capodichino inaugurato spazio espositivo

I passeggeri in partenza dalla scalo napoletano potranno, nell’attesa che sia annunciato il volo da prendere, ammirare alcuni dei reperti del Museo dedicato all’archeologo Umberto Scerrato. L’esposizione comprende un’ampia sezione islamica, cinese, dell’Africa orientale, Vicino Oriente e India. Accanto all’area espositiva è stato posizionato un totem multimediale che trasmette brevi filmati a circuito continuo che illustrano le sedi de L’Orientale e le collezioni museali.

Il rettore dell’Orientale Roberto Tottoli ha spiegato che questo è solo il primo di altri progetti che presto l’ateneo condividerà con Gesac, che gestisce l’Aeroporto internazionale di Napoli. È convinzione dell’amministratore Delegato di Gesac Roberto Barbieri, che l’aeroporto si trasformi sempre di più in un luogo inclusivo, crocevia di culture e linguaggi.

Il rapporto di collaborazione, oltre a promuovere e valorizzare le collezioni museali e la conoscenza dell’Orientale, è destinato a consolidarsi ulteriormente grazie a iniziative come conferenze, summer school e attività di ricerca. Tutto, al fine di migliorare l’esperienza di viaggio dei passeggeri.

Palazzo Reale, dimostrazione di volo della falconeria

Si tratta di un evento didattico gratuito con la simulazione della caccia aerea del Falcone Sacro, rapace conosciuto per la destrezza in volo oltre che per la maestosità. Una voce fuori campo accompagnerà l’evento con la narrazione di cenni storici e curiosità sulla falconeria.
Nell’occasione, due Poiane Harris saranno lasciate libere di volere a bassa quota, per interagire con il pubblico. L’evento si inserisce nell’ambito del servizio di allontanamento dell’avifauna nociva che si effettua presso il Palazzo Reale da parte dell’azienda Sidda Sud.
È stato deciso per una partecipazione gratuita e senza prenotazioni, è necessario però acquistare il biglietto d’ingresso al museo che, fino al 15 settembre, prevede un contributo di 1 euro destinato alla messa in sicurezza dei beni culturali dell’Emilia Romagna danneggiati dall’alluvione.

“Passeggiate Napoletane”, al Teatro dei Lazzari Felici

Da sabato 3 dicembre, riprendono gli spettacoli con degustazione al Teatro dei Lazzari Felici di Napoli. Ogni volta ci sarà uno spettacolo differente ma sempre all’insegna della napoletanità e del divertimento accompagnato da una piccola cena basata sulla cucina tipica partenopea.

Il primo spettacolo, alle ore 21, “Passeggiata Napoletana”, a cura di Clelia Liguori e Peppe Carosella. Uno spettacolo che racconta Napoli attraverso: le canzoni, la poesia, il teatro, l’umorismo, le testimonianze che grandi personaggi delle cultura napoletana e non solo ci hanno lasciato. Un percorso virtuale che porta dai vicoli, ai grandi palazzi della cultura della città, attraversano le varie epoche e le evoluzioni che hanno caratterizzato la storia del nostro popolo. Si alterneranno melodie che hanno fatto la storia delle canzone classica e pezzi di teatro che hanno fatto il giro del mondo. Tutto grazie alla voce di Clelia Liguori, che sarà accompagnata al piano dal maestro Giovanni Ortosecco, e da Peppe Carosella, che ha curato anche la regia.

Il Teatro dei Lazzari Felici,  teatro off napoletano, si allontana dalla classica sala da teatro per trasformarsi in qualcosa di più intimo. E’ un esempio di architettura napoletana, con mattoni in tufo a vista, e soffitto a volte. Si trova nel cuore di Napoli, in vico Santa Maria dell’Aiuto 17 a due passi da Largo Santa Maria la Nova, dove c’è un garage convenzionato. Dato il numero limitato di posti è obbligatoria la prenotazione che può essere effettuata chiamando il 3500121224, consultare il sito web www.lazzarifelici.it o la pagina Fb Lazzari Felici.

La prima edizione di “Luoghi abitanti”

È stata presentata presso la sala del Consiglio della Città Metropolitana di Napoli la prima edizione di “Luoghi abitanti”. L’evento di cultura e turismo promosso dall’Associazione Culturale Premio Elsa Morante insieme alla Città Metropolitana di Napoli, è stato illustrato da Tiuna Notarbartolo, direttrice del progetto; Antonio Parlati, direttore Rai Napoli; Antonio Sabino, sindaco di Quarto, delegato al patrimonio della Città Metropolitana; Anna Capasso, dirigente al Patrimonio della Città Metropolitana; Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei giornalisti; Giuseppe Ossorio, Fondazione Regioni d’Europa; Luigi Grossi, autore di una delle mostre inaugurate nella mattinata.

In apertura la Notarbartolo ha illustrato il ricco programma, dopo di lei il direttore Parlati si è detto entusiasta della riuscita di questo nuovo evento in cui la Rai è partner con l’Associazione Premio Elsa Morante. Ha proseguito Giuseppe Ossorio, ricordando di quanti e bei luoghi “abitanti” napoletani ci sono, al momento abbandonati a loro stessi e che andrebbero fatti rivivere proprio attraverso arte cultura e spettacolo. A portare i saluti dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, è stato il presidente Lucarelli che ha sottolineato il ruolo di stimolo che i giornalisti possono e devono avere in una rivalutazione dei luoghi proprio con manifestazioni del calibro di “Luoghi abitanti”. Dopo i saluti del maestro Grossi, ha preso la parola la dirigente al Patrimonio Anna Capasso che ha sottolineato l’importanza di una kermesse assolutamente originale che riporta i magnifici luoghi del patrimonio cittadino alla ribalta delle cronache e li apre alla fruizione delle persone.
In chiusura il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, delegato al Patrimonio e Beni Comuni per la Città  Metropolitana di Napoli, portando anche i saluti del Sindaco Manfredi, ha posto l’accento sul valore anche di pietra miliale di “Luoghi abitanti” che apre, con queste  date, una prima edizione destinata a susseguirsi di anno in anno, allargandosi sempre più a territorio e territori, con un’offerta di arte, cultura e spettacolo di grande qualità e varietà. A seguire sono state inaugurate le due mostre personali di del Maestro Luigi Grossi “Napoli e la tavola Grossi”, e la personale del pittore siciliano Giuseppe Notarbartolo titolata proprio “Luoghi abitanti”. Infine, Tjuna Notarbartolo ha ricordato i partner di questa edizione che vanno da La Dante in Cambridge, European Cultural Centre, a Napoli Città della Musica, Argentalia, Associazione Alto Casertano, Giannini Editore, Comune di Quarto, e comune di Chiaianello.
Nel pomeriggio si è tenuta, nella stessa sala del Consiglio, il talk “Luoghi dell’anima” cui hanno preso parte  lo scrittore Lorenzo Marone, il musicista Antonio Onorato, il produttore creativo di “Un posto al sole” Fabio Sabbioni, il pittore Luigi Grossi. A condurre l’intenso dibattito sono stati Tjuna Notarbartolo e Antonio Parlati. “Un paese non ce l’ho, e l’arei voluto, foss’anche solo per il desiderio vanesio di tornarvi, a mostrare d’essere riuscito nella vita! Ma ne porto comunque uno dentro, che in verità m’ha visto poco crescere…” queste alcune delle  parole di  Marone che si riferisce Teggiano, un piccolo centro medievale del Cilento.  Il suo posto ideale potrebbe essere dunque, più un borgo che una città ma comunque un luogo dove ci si sente bene e si trova un proprio centro, dove si smette di vivere anestetizzati dal semplice scorrere del tempo.
“Napoli è una città molto estroversa e rappresenta perfettamente un luogo abitante perché abita le persone”, ha dichiarato Sabbioni. Trasferitosi da Bologna per lavorare come produttore creativo di Un Posto al sole, Fabio Sabbioni, ormai si sente a casa nella città partenopea. “Il luogo dell’anima è dove sei libero, dove ti riconosci e dove conosci.
Dove non rischi di inciampare e dove terminano i tuoi tentativi di fuga”, ha detto. Per Onorato invece, il luogo ideale è quello dal quale ci si sente irrimediabilmente attratti, per lui è l’America dei nativi, gli Indios, di cui ama profondamente la cultura, le tradizioni e la storia, tanto da sentirsi una reincarnazione di un di loro. Il maestro Grossi si è soffermato invece su  Napoli, le cui atmosfere ed umori  sono stati  rappresenta con i colori e la sua arte. “Napoli è il mio luogo dell’anima -ha dichiarato-. Il viaggio più lungo che ho fatto è stato dal quartiere sanità ai quartieri spagnoli, ma in quel breve tratto ho assorbito e restituito incredibili colori ed emozioni”.

Procida e Lugano unite in nome della Cultura

Il sindaco di Lugano Michele Foletti e il vice sindaco Roberto Badaracco, con il direttore del Dipartimento Cultura Luigi Di Corato, sono stati ospiti della serata che si è tenuta al “Taste of Art”, alla presenza dell’assessore al Turismo e alle Attività produttive di Procida Leonardo Costagliola. E’ stato il padrone di casa, lo Chef Badalucci, nel suo ruolo di ambasciatore delle tradizioni e della cultura procidana a volere fortemente questo incontro.

Sono lontane ma non troppo diverse tra loro Procida e Lugano. Lo testimoniano la grande apertura che contraddistingue le due comunità, grazie alla quale sono 174 le etnie che convivono felicemente a Lugano e 50 quelle che si sono radicate nell’isola. “Il mare non è mai stato per noi pescatori e naviganti un ostacolo alle relazioni e alla crescita culturale, economica e sociale dell’isola – ha detto l’assessore Costagliola – anzi, ci ha permesso di attraversare il mondo e importare conoscenza”.

La serata ha anticipato l’invito ufficiale alle Istituzioni procidane a prendere parte alla presentazione del progetto di Capitale Italiana della Cultura in Svizzera, il prossimo anno. Occasione anche per consegnare allo Chef Marco Badalucci una targa premio che riconosce “la professionalità, l’impegno e la passione con cui ha portato la cucina di Procida nel mondo diventando ambasciatore della cultura mediterranea del buono e del bello”. Premio che si somma all’importante riconoscimento Swiss Location Award 2022, che identifica le migliori strutture di accoglienza e di ristorazione svizzere.

Leggendo Leggende Napoletane, dal 22 Ottobre 2022 al Teatro Lazzari Felici

La rassegna “A teatro con gusto”, dell’Associazione Insolitaguida Napoli, è giunta alla terza edizione e si preannuncia ricca di novità. Al Piccolo Teatro dei Lazzari Felici, ogni sabato sera ci sarà uno spettacolo differente all’insegna della napoletanità e del divertimento. Si parte sabato 22 Ottobre alle 21. In scena “Leggendo leggende napoletane”, con Luca Trezza e Francesca Muoio.
Si tratta di un’allegra allegoria sul vivere sotto al Vesuvio, con eruzione di storie e leggende, fantasmi lontani e vicini, vicoli e terremoti. Un pazzo mondo per incarnare l’umore e l’amore per Napoli. Testi di autori classici e contemporanei della tradizione napoletana e scritti composti dagli stessi attori, comporranno una drammaturgia scomposta di frammenti antichi e contemporanei. In scena ci sono pochi oggetti, a comporre il quadro. Una cassa, due leggii, qualche foglio, la musica e uno straccio. C’è anche uno straccio a rappresentare la drammaturgia di autori noti napoletani e lo stesso concetto della città di Napoli.
Anche in questa edizione è stata confermata la formula del momento degustativo all’insegna della cucina tradizionale napoletana. Durante lo spettacolo sarà servito un antipastino, un primo piatto e un dolcetto, accompagnati da acqua e un bicchiere di vino. Il Teatro dei Lazzari Felici si trova nel cuore di Napoli, in vico Santa Maria dell’Aiuto 17 a due passi da Largo Santa Maria la Nova, in zona via Monteoliveto. C’è anche un garage convenzionato. Dato il numero limitato di posti è obbligatoria la prenotazione che può essere effettuata chiamando o whatsappando il numero 3500121224, consultare il sito web www.lazzarifelici.it o la pagina Fb Lazzari Felici.

Procida 2022, “I Greci prima dei Greci” in mostra

 “I Greci prima dei Greci. Alle origini della presenza ellenica nel Golfo di Napoli” è un progetto promosso da Procida Capitale italiana della cultura 2022. La mostra, aperta fino al 31 dicembre, è nata dalla collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli e il Museo Civico di Procida “Sebastiano Tusa”. Si avvale del contributo della Regione Campania.

In mostra reperti mai visti prima

Il percorso, che ha il merito di mostrare per la prima volta una serie di reperti mai esposti prima, si sviluppa in tre luoghi,. Partenza dal Museo Civico di Procida, dove si presenta il ruolo di Vivara nella media età del Bronzo, quando sull’isolotto giunsevano dalla Grecia mercanti micenei alla ricerca di metalli.
Si prosegue al MANN con uno spazio dedicato alla civiltà micenea e alle relazioni tra Egeo e area campana nella prima metà dell’VIII secolo a.C. Quando nacque Pithekoussai, l’odierna Ischia.
Infine, si arriva al Castello di Baia, a Bacoli, dove ha sede il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, per incontrare la fondazione di Cuma, dove i Greci impiantarono una vera e propria città, con centro abitato, necropoli e santuari.
Con questa mostra straordinaria, ideata per esplorare il passato remoto della nostra civiltà sottolineando la centralità della Campania e del golfo di Napoli, abbiamo ancora una volta messo in relazione Procida, Capitale italiana della cultura, con i Campi Flegrei e Napoli, in un’ottica di relazioni che, avviandosi già con la redazione del dossier, ha percorso tutto il nostro programma culturale, divenendone linfa vitale. – sottolinea Agostino Riitano, Direttore di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 – L’esito è un percorso di visita che abbraccia tre grandi eccellenze dell’archeologia del nostro Paese, costruendo un ampio racconto in grado di affascinare il visitatore e di approfondire pagine affascinanti della nostra storia”.
Siamo orgogliosi di poter mostrare all’Italia e al mondo la nostra storia, e ancor di più di farlo in sinergia con una serie di realtà istituzionali che hanno, sin dal primo momento, creduto nel progetto di Procida Capitale. Procida e i Campi Flegrei hanno molto da raccontare, anche attraverso l’archeologia, e questo percorso non potrà che accrescere il fascino delle nostre terre, in un anno così straordinariamente intenso”, sottolinea il sindaco di Procida, Dino Ambrosino.
La mostra è di grande interesse perché mette al centro dell’attenzione le relazioni tra mondo Egeo e Occidente nel periodo che precede la colonizzazione greca dell’Italia meridionale. –  sottolinea Teresa Elena Cinquantaquattro, Soprintendente ‘Archeologia, Belle Arti e Paesaggio’ per l’area metropolitana di Napoli – La Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli ha contribuito all’evento supportando le iniziative del Museo Civico di Procida ‘Sebastiano Tusa’ e partecipando all’allestimento del MANN: qui, in esposizione, i materiali restituiti dal villaggio dell’età Bronzo Recente e Finale (XIII-XII sec. a.C.) messo in luce tra il 2004 e il 2009 prima della costruzione dell’edificio progettato da Zaha Hadid. Di grande importanza le ceramiche micenee e italo-micenee che testimoniano l’apertura delle comunità locali ai contatti esterni lungo le rotte mediterranee”.

Il Museo Civico di Procida è stato uno dei punti cardine del dossier di candidatura di Procida Capitale Italiana della Cultura. – spiega Nicola Scotto Di Carlo, Direttore del Museo Civico Sebastiano Tusa – Con la Missione Archeologica Vivara, insieme alla Soprintendenza Archeologica dell’area metropolitana di Napoli, e il percorso del Museo Civico uniamo in un percorso fluido la ricerca scientifica, le attività di tutela, conservazione e divulgazione delle provenienze dagli scavi preistorici di Vivara. Vivara è la custode delle tracce più antiche di quelle interazioni commerciali e culturali che avvenivano nel Mediterraneo. Interazioni che significano contaminazioni tra i popoli che costruivano le basi del loro sviluppo sociale, del loro modo di vivere e dell’articolazione delle proprie economie. La collezione esposta delle ceramiche egee-micenee ne fornisce piena testimonianza e avvia il percorso narrativo-espositivo de ‘I Greci prima dei Greci’, per il quale, in pieno spirito di collaborazione, vorrei ringraziare il Direttore del MANN Paolo Giulierini nell’aver concesso in prestito al nostro Museo il corredo funerario cumano allo scopo di rafforzare il legame tematico e bi-direzionale delle nostre rispettive collezioni”.

“Sin dalla nascita della candidatura – dice il Direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini – il Museo Archeologico Nazionale di Napoli fa orgogliosamente parte della grande squadra di Procida Capitale italiana della Cultura. E non poteva essere diversamente, non solo per il valore storico altissimo di questo territorio e la prestigiosa vetrina guadagnata, ma soprattutto perché ispirati dal magnifico slogan ‘La cultura non isola’,  insieme rafforziamo sempre più le  nostre ‘reti’. Lo dimostra ancora una volta questa preziosa mostra ‘diffusa’ che al MANN ha un suo significativo approdo nella sezione Preistoria e Protostoria. Il percorso propone pezzi mai esposti e vasi micenei della collezione, rimandando alla storia antichissima di Procida e Vivara, mentre al Museo Civico andrà in prestito un corredo funerario da Cuma.  Un nuovo straordinario invito a viaggiare sulle rotte flegree”.

Molti sono i luoghi del Mediterraneo che incarnano il senso dell’incontro e del confronto tra popoli e culture e tra di essi sicuramente possiamo annoverare la costa flegrea. – dice il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano – Nella metà dell’VIII sec. a.C. con la fondazione di Cuma la storia imprime una formidabile accelerazione allo sviluppo di un nuovo sistema di relazioni. Siamo abituati a studiare e valutare le conseguenze e gli esiti di questo importante avvenimento. Il progetto “I greci prima dei greci” ci porta invece a indagare il prima, a esplorare la complessità e la stratificazione delle relazioni culturali del Mediterraneo antico, i precedenti storici dei rapporti tra i greci e la Campania. Un progetto che indaga antiche reti di contatti e che si fonda sulla moderna collaborazione di Istituzioni territoriali che hanno lavorato insieme per ribadire la centralità dell’area flegrea nell’evoluzione storica e sociale del Mediterraneo”.

Al Madre, “Spettri: palinsesti della memoria”

La prima buona notizia è che l’ingresso è gratuito. La seconda (che potrebbe essere anche la prima, data l’importanza) è che si potranno vedere per la prima volta opere della collezione del museo d’arte contemporanea della Regione Campania mai esposte prima, che testimonia il costante lavoro di ampliamento del patrimonio dell’istituzione.

Titolo dell’allestimento: “Spettri: palinsesti della memoria”, a cura di Kathryn Weir. Come approccio tematico è stato scelto il mito del progresso partendo dal Sud, il quale permette di creare nuovi quadri e approfondimenti per rinnovare lo sguardo del visitatore sulle opere della Fondazione Donnaregina.

In occasione dell’inaugurazione, il 5 ottobre, alle ore 18.00, si terrà la proiezione in anteprima del film “ZioRiz”, di Raffaela Mariniello. Interverranno, con l’artista, la Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce, la Direttrice artistica del museo Madre Kathryn Weir, la giornalista e Presidente della Film Commission Regione Campania Titta Fiore, il produttore Angelo Curti.

Il film “ZioRiz” segue dalla sorgente alla foce il corso del Volturno, il fiume più lungo dell’Italia meridionale, attraversando e ricreando suggestive zone dello sguardo e dell’ascolto indicate, in una tripartizione al contempo cruda e poetica, come Terra fertile, Terra di lavoro, Terra dei fuochi.

“ZioRiz” è il nome della canoa canadese sulla quale un uomo ridiscende le acque del fiume Volturno, a partire dalla sorgente di Rocchetta al Volturno, paradiso naturalistico incontaminato.

Undici gli artisti in mostra: Betty Bee (Napoli, 1963); Gregorio Botta (Napoli, 1953); Rä di Martino (Roma, 1974); Lino Fiorito (Ferrara, 1955); Ann Veronica Janssens (Folkestone, Regno Unito, 1956); Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987); Raffaela Mariniello (Napoli, 1962); Raffaela Naldi Rossano (Napoli, 1990); Gloria Pastore (Napoli, 1946); Elisa Sighicelli (Torino, 1968); Gian Maria Tosatti (Roma, 1980), rappresentati da 15 lavori.