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Save the Children lancia l’allarme: “uso troppo precoce dello smartphone”

Uso troppo precoce dello smartphone

Ecco la realtà cruda e nuda: i nostri bambini vivono incollati agli schermi, fin da quando sono in fasce. E chi se ne frega delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o della Società italiana di Pediatria, che urlano di tenere i bimbi lontani dai dispositivi digitali prima dei due anni? In Italia, un bambino su cinque tra i 2-5 mesi passa già un’ora al giorno davanti a uno schermo. Questo non è solo preoccupante, è una follia.

E non si tratta solo di tenerli buoni con cartoni animati. Stiamo parlando di un’immersione totale nel digitale che cresce con loro, quasi come un virus. Dai piccoli agli adolescenti, la situazione è allarmante: quasi tre su cinque tra gli undici e quindici mesi sono già schiavi degli schermi. E c’è di più: oltre un bambino su sei in quella fascia d’età è incollato allo schermo per tre ore o più al giorno. Save the Children ci sbatte in faccia questi dati nel loro Atlante dell’infanzia a rischio, e non è roba da poco.

Il vero problema? Gli effetti a lungo termine. Non stiamo solo parlando di qualche distrazione di troppo. Ci sono rischi seri per lo sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo dei bambini. E non dimentichiamo l’obesità infantile, che sembra un lontano ricordo ma è più reale e vicina di quanto pensiamo.

Passiamo agli adolescenti: quasi l’80% tra undici e tredici anni è online tutti i giorni, principalmente via smartphone. E la pandemia di Covid-19 ha solo peggiorato le cose, con un boom di piccoli utenti tra i sei e i dieci anni. Guardano video, stanno sui social, giocano online. E le ragazze? Sono le regine dei social, mentre i ragazzi si perdono nei mondi virtuali dei videogiochi.

Ma attenzione: questo non è un gioco. L’Atlante ci dice che il 13,5% degli adolescenti italiani ha un rapporto problematico con i social media, con le ragazze che soffrono di più. E i videogiochi? Ancora peggio per i ragazzi, specialmente a undici anni.

Il punto è questo: siamo di fronte a un’emergenza nascosta, una dipendenza silenziosa che sta crescendo sotto i nostri occhi. E non è solo un problema di chi ha un cellulare in mano, ma di tutta la società. Perché alla fine, se non affrontiamo questo problema adesso, le conseguenze le pagheremo tutti.

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Rosario Mammella