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Oncologi e Medici di famiglia insieme per rispondere alle esigenze dei pazienti oncologici

Oncologi e Medici di famiglia insieme per rispondere alle esigenze dei pazienti oncologici

Può dirsi positivo il bilancio della seconda edizione del Cipomo Day, dal titolo “Il tempo della transizione”. Nel corso dell’evento è emersa la necessità di collaborare tra oncologi ospedalieri e medici del territorio nella riorganizzazione dell’assistenza ai pazienti oncologici con diverse esigenze nelle differenti fasi della malattia.

Uno degli obiettivi da raggiugere quanto prima è la realizzare di una cartella clinica informatizzata condivisa per flusso, dati e impostazione dei programmi terapeutico-assistenziali fra ospedale e territorio. Una cartella clinica alla quale, tutti gli “attori” dell’assistenza clinica ai pazienti possano avere accesso. Questa è una delle indicazioni-chiave arrivate da Oncologi e Medici di medicina generale di tutta Italia a conclusione della seconda edizione online del Cipomo Day, appuntamento annuale del Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri, organizzato quest’anno in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri.

Nel corso dell’incontro è stata sottolineata con forza l’importanza della realizzazione di un sistema informatizzato che abbatta distanze e barriere fisiche e temporali per velocizzare l’interazione, l’integrazione e il teleconsulto tra oncologi e medici del territorio. Faciliti, inoltre, gli indiscutibili vantaggi della telemedicina per il monitoraggio a distanza del paziente. Solo così, suggeriscono gli esperti, si potrà consolidare un percorso condiviso che garantisca al paziente oncologico un’assistenza completa ed integrata in tutte le fasi della malattia, soprattutto nel delicato momento di transizione dall’ospedale al territorio.

E’ emersa anche la necessità di una corretta informazione ed educazione sanitaria del paziente e del caregiver per costruire un’alleanza terapeutica, aumentando così l’aderenza alle terapie domiciliari; l’urgenza di formare nuove figure sanitarie che possano gestire i pazienti al domicilio – come infermieri “dedicati” – rilevando, oltre ai dati clinici, anche le fragilità familiari per ottimizzare l’utilizzo delle risorse sanitarie per ciascun paziente; infine la necessità di coinvolgere e formare le associazioni di volontariato, oltre a tutto il personale sanitario.

“Ogni giorno in Italia circa mille persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno e oltre 3 milioni e 700 mila hanno avuto una diagnosi di tumore maligno – ha sottolineato il presidente del CIPOMO, Luigi Cavanna – . Pazienti con esigenze molto diverse e che grazie ai progressi della ricerca hanno di gran lunga aumentato le loro aspettative di vita. Per cui non possono continuare ad avere come solo punto di riferimento l’ospedale. Bisogna curarli, quando è possibile, in strutture vicine al loro domicilio, facendo loro risparmiare tempo, evitando il peso dei viaggi della speranza e delle attese in ospedali affollati. La grande novità di questo incontro è stata che ogni regione d’Italia ha visto il confronto costruttivo fra oncologi e medici di famiglia. E tutti abbiamo concordato sul fatto che il tempo della transizione è arrivato, lavoriamoci”.

Da tre tavole rotonde, che hanno coinvolto gli esperti delle tre macroaree territoriali, sono scaturite le coordinate condivise con gli Ordini dei medici di tutta Italia: 1) le cure simultanee sul territorio durante la terapia oncologica attiva, con  concomitanza di assistenza, coordinata dalla Dott.ssa Cinzia Ortega per il Nord, 2) le cure palliative come modello di transizione tra ospedale e territorio, coordinata dottoressa Rosa Rita Silva per il Centro, 3) La transizione ospedale-territorio nella fase della guarigione, coordinato dal dottore Paolo Tralongo, per Isole e Sud. Inoltre, la dottoressa Luisa Fioretto ha presentato una lettura magistrale sull’umanizzazione, tematica di estrema attualità.

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Rosario Mammella