Castel dell’Ovo: tra storia e leggenda
Tra i simboli di Napoli, in una invidiabile posizione paesaggistica, grazie alla quale è visibile quasi da ogni angolo della città, si trova Castel dell’Ovo. Praticamente lo troviamo in ogni foto-cartolina-ricordo: sullo sfondo il Vesuvio e, appollaiato sull’isolotto di Megaride che ospita il famoso Borgo marinari, c’è il Castello. Nello stesso punto si incontrano uno passato leggendario, che attribuisce il nome all’uovo che Virgilio avrebbe tenuto nascosto in una gabbia posta nei sotterranei, a un presente importante per Napoli. Qui si trovano, infatti, circoli nautici e bar e ristoranti che ospitano turisti e cittadini tutto l’anno.
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Castel dell’Ovo: una storia lunga secoli
Se si cercano testimonianze delle diverse dominazioni che hanno toccato Napoli a Castel dell’Ovo si incontrano tutte. Nel sottosuolo si trova la stanza delle colonne, probabili resti della villa di Lucio Licinio Lucullo dell’Impero Romano. Villa che in seguito si trasformò in un monastero Benedettino, prima e in un lazzaretto per i pellegrini provenienti dalla Terrasanta, poi.
Il Castel dell’Ovo nel 1128 circa comincia ad assumere la forma architettonica che conosciamo. Nel 1140, sotto i Normanni, si avviano i lavori di fortificazione e di ampliamento della struttura. Si deve a Federico II di Svevia la decisone di arne luogo con doppia destinazione: deposito del tesoro reale e prigione. Durante il periodo Angioino la famiglia reale si trasferisce qui.
Gli Aragonesi si dedicano, invece, alla cura dell’aspetto militare. Impegno che prosegue sotto il Regno Borbonico che, oltre a fortificare militarmente il Castello, vi installa una fabbrica di cristalli e di specchi. Ma, è durante il Regno d’Italia che la fortezza assume esclusivamente la funzione di avamposto militare con annessa prigione. Tant’è che, durante la Seconda Guerra Mondiale, è occupato da tutte le forse militari che si alternano nell’occupazione della città.
Castel dell’Ovo: leggende e miti
Tra le leggende, quella che piace di più ai napoletani c’è questa: la sirena Partenope, con le sorelle Ligea e Leucosia, fallisce nel tentativo di incantare Ulisse e si suicida qui per l’amore negato. Le onde la trasportano in corrispondenza del punto in cui si trova Castel dell’Ovo, dove la sirena si trasforma in isola, con il capo appoggiato a Oriente sulla collina di Capodimonte e la coda a Occidente, verso il promontorio di Posillipo.
Altra leggenda: del poeta Virgilio si dice che fosse stato anche un mago. Egli stesso avrebbe nascosto un uovo magico all’interno di una caraffa di vetro piena d’acqua a protezione del Castello e che una mareggiata senza uguali distrusse Castel dell’Ovo durante il Regno di Giovanna I perché il prigioniero Visconti scappando urtò l’uovo che si ruppe.
Castel dell’Ovo: da non perdere
- Ramaglietto, molo orientato verso il mare;
- Terrazza dei Cannoni, posta nella parte più alta e panoramica del castello, da visitare al tramonto;
- Loggiato Ovest, terrazza rivolta in parte verso il mare, in parte verso la città;
- Loggiato Est, ospita una parte della Chiesa di San Pietro e celle scavate nella roccia di tufo, imperdibile quella dedicata a Santa Patrizia.
Nella zona interna, le sale visitabili sono:
- Sala delle Colonne, denominata così per la presenza di colonne risalenti alla villa di Lucio Licinio Lucullo;
- Carcere della Regina Giovanna o Sala delle Prigioni, che custodisce tesori e documenti segreti;
- Sala Italia è una delle sale più ampie, con uno splendido soffitto a volta;
- Sala Sirena, scavata nella pietra di tufo;
- Sala della Compagna, che si trova nella parte più alta del Castel dell’Ovo;
- Saletta Megaride;
- L’Antro di Virgilio, raggiungibile tramite cammino suggestivo nel castello.
Castel dell’Ovo: come arrivarci
Castel dell’Ovo dista appena 4 chilometri dalla Stazione centrale di Napoli ed è raggiungibile con la Linea 1 della metropolitana, con fermata a Toledo, oppure con bus Linea R2 e tram 1.