Durata incerta per lo Sciame Sismico nei Campi Flegrei di Napoli
Il sisma di magnitudo 4.2, verificatosi martedì notte nei Campi Flegrei, rappresenta l’evento tellurico più rilevante degli ultimi quarant’anni nel territorio napoletano. La situazione attuale richiede analisi precise. Sebbene qualche calcinaccio sia precipitato a Bagnoli, non emergono danni significativi o feriti. Le scuole, dopo una breve sospensione precauzionale, hanno riaperto i battenti, mentre l’Anas conferma l’assenza di danni sulle strade. Il servizio ferroviario, interrotto brevemente, è stato prontamente ripristinato.
Dall’inizio dello sciame, lo scorso 7 settembre, gli episodi sismici accertati ammontano a circa ottanta, con magnitudini comprese tra 3.2 e 4.2. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia avvisa che le scosse potrebbero protrarsi o intensificarsi. “Impossibile determinare la durata dell’attuale fase di bradisismo,” dichiara Doglioni, presidente dell’Ingv, enfatizzando l’apprensione scaturita non solo dalla sismicità ma anche dalle potenziali esplosioni freatiche (acquose, non magmatiche) indotte dalle scosse. Per ora, non vi sono segnali concreti di un’imminente eruzione vulcanica.
Il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, esorta una revisione dei piani di evacuazione. Il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, invita a mantenere la calma, garantendo il pieno impegno del suo dicastero. Tre le priorità delineate nel recente incontro a Palazzo Chigi: l’aggiornamento del piano d’emergenza, un’analisi della vulnerabilità territoriale e una comunicazione efficace con la cittadinanza. L’aggiornamento è vitale, in quanto la corrente fase bradisismica, segnata da un lento sollevamento del suolo, diverge da quella degli anni ‘80. Si evidenzia un incremento dei livelli rispetto al periodo quarantennale precedente.