Ciò che avviene al feto nelle prime fasi della vita, quando è nell’utero materno, può favorire l’insorgenza di malattie nel corso della vita futura.
Partendo da questo presupposto ci si rende conto di quanto sia indispensabile rendere l’ambiente uterino e materno quanto più adatto e sano per lo sviluppo del feto.
Lo stato nutrizionale materno in questo riveste un ruolo chiave ma ciò è ancor più importante anche perchè può condizionare l’evoluzione della gravidanza.
Come per il fumo in cui negli anni è stato ampiamente dimostrato l’effetto negativo sul decorso della gravidanza e sullo sviluppo fetale, anche per la nutrizione materna bisognerebbe considerare la correlazione tra questa e l’andamento della gravidanza e gli effetti sul benessere fetale non soffermandosi solo alla fase neonatale.
Un ringraziamento va al dottore Fabio Pietroluongo per i preziosi consigli che hanno reso questo breve articolo più preciso.
Sia la malnutrizione che l’ipernutrizione espongono il neonato al rischio di compromissione in risposta alle esigenze di adattamento metabolico.
Per esempio le donne sottopeso sono esposte ad un rischio di aborto più elevato nei primi tre mesi come mentre le donne che hanno un eccessivo peso in gravidanza sono esposte maggiormente allo sviluppo di ipertensione in gravidanza, pre-eclampsia e diabete gestazione. Queste malattie della gravidanza possono comprometterne il decorso ma possono anche avere effetti a breve e lungo termine sul feto e successivamente sul neonato.
Un esempio tipico di correlazione tra obesità materna e rischio di difetti alla nascita è quello del folato, la cui concentrazione plasmatica nella donna obesa è più bassa, e quindi insufficiente, rispetto ad una donna normopeso.
L’integrazione con vitamine dovrebbe essere quindi personalizzata in base alle caratteristiche individuali.
Nella donna con peso elevato è stata osservata anche una alterazione della composizione della flora intestinale che, com’è noto, influenza l’assorbimento di vitamine e nutrienti.
Le scelte alimentari dovrebbero privilegiare l’assunzione di proteine, grassi alimentari, vitamine e minerali le cui esigenze aumentano significativamente nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
E’ consigliabile mangiare pesce, carni magre, uova, latticini e legumi.
Gli acidi grassi polinsaturi (DHA) svolgono un ruolo importante durante la gravidanza non solo perchè riducono il rischio di parto pre-termine ma anche per l’effetto sul feto ed il neonato dopo la gravidanza. L’apporto di DHA previene nel feto l’insorgenza di allergie e nella madre riduce l’insorgenza di depressione post-partum.
L’apporto di Vitamina D durante la gravidanza riduce il rischio di un basso peso alla nascita e la supplementazione con acido folico, soprattutto se intrapresa in epoca pre-concezionale, riduce il rischio di difetti del tubo neurale (NTD).
E’ consigliato un corretto livello di idratazione ed è sconsigliato il consumo di alcol, responsabile di un aumento del rischio di aborto, di ritardo di crescita intrauterina con neonati di basso peso alla nascita, di parto prematuro e di danneggiamento dello sviluppo neurologico.
Anche le bevande contenenti caffeina vanno limitate nei nove mesi di gestazione. Da quanto esposto è chiaro che la supplementazione non sopperisce ad una dieta sana ed un corretto stile di vita ma contribuisce a garantire la corretta dose giornaliera di nutrienti.