Food blogger, pagati per consumare al ristorante
Attraverso percorsi gastronomici, i Food blogger recensiscono un locale, solitamente facendolo in prima persona e venendo pagati con una somma di denaro stabilita prima di svolgere la mansione. Il ruolo del food blogger consiste nel garantire visibilità ai locali mediante i propri canali social, così da influenzare i propri followers, a tal punto da farli invogliare nel provare un posto nuovo.
Il lavoro dei sogni
Avviene tutto mediante un video che può durare dai 30 ai 60 secondi. I video si aprono con un piccolo storytelling del locale e fornendo informazioni su dove è ubicato, per poi passare subito all’assaggio dei prodotti, commentandoli con aggettivi sintetici. Solitamente si conclude con uno slogan ripetuto ogni volta, così da aumentare la riconoscibilità ed effettuare una vera e propria associazione tra claim e personaggio. Questa attività è definita da molti come il lavoro dei sogni: a chi non piacerebbe mangiare prodotti “foodporn” e guadagnare modeste cifre di denaro in cambio?
Un fenomeno da gestire
Il ruolo del food blogger, nell’era dell’evoluzione digitale e del marketing associato all’uso dell’ ICT, è molto delicato. Purtroppo, chiunque abbia un pugno di followers di qualsiasi settore, si definisce tale pur di guadagnare una somma economica. Sono, soprattutto, i nuovi locali quelli che si affidano maggiormente a star dei social pur di promuovere i propri punti ristoro. La criticità sta, però, nell’omologazione di queste strutture ristorative a un trend non sempre salutare: pietanze eccessivamente abbondanti, con la presenza di junk food che contengono una quantità smisurata delle cosiddette calorie vuote. Non a caso i dati dell’Istituto Superiore della Sanità riferiti al peso e altezza portano a stimare nel biennio 2020-2021 che il 43% della popolazione adulta è in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso. In questo panorama la Campania spicca per lo storico primato di regione con la più alta prevalenza di persone in eccesso ponderale (50,6%), ovvero il 38% in sovrappeso e il 12% obesa nel biennio.