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Autore: Rosario Mammella

Smart Working, si profila l’addio? Non per tutti

Siamo al capolinea per lo smart working in Italia? Non propriamente, poiché è nato dall’impellenza della pandemia, più che dalla visione di un futuro lavorativo differente. Tuttavia, non si tratta di una chiusura totale. Sembra infatti che ci sia una tendenza da parte del governo a mantenere l’opzione dello smart working solo per coloro che sono considerati “fragili”. Questo potrebbe lasciare fuori dalla possibilità di lavoro da remoto i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni.

Anche se non abbiamo ancora una conferma ufficiale, sembra che dal 1° luglio lo smart working sarà riservato esclusivamente ai lavoratori con gravi problemi di salute. L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano calcola che attualmente i lavoratori da remoto sono circa 3,6 milioni, un calo di mezzo milione rispetto all’anno scorso.

Questo gruppo rappresenta quasi il 15% dell’intera forza lavoro. Attualmente, tra quelli che usufruiscono del lavoro da remoto troviamo i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che privato, e i dipendenti del settore privato con figli minori di 14 anni, purché l’altro genitore non sia destinatario di sussidi al reddito o non lavori.

Oltre alla questione politica, c’è il problema dei costi. Per rifinanziare il lavoro agile servirebbero una trentina di milioni di euro, secondo i calcoli della Ragioneria. Ad esempio, per ogni insegnante “fragile” che lavora da casa, è necessario un supplente in classe, quindi lo Stato finirebbe per pagare due stipendi. Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica amministrazione, ha espresso la speranza che non venga meno l’attenzione verso i lavoratori fragili.

Come dichiarato sul sito del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, a partire dal 1° febbraio 2023 tutte le comunicazioni devono essere inviate soltanto tramite l’applicativo disponibile su Servizi Lavoro, chiamato Lavoro Agile. Tuttavia, le comunicazioni relative ai lavoratori “fragili” e ai lavoratori con figli di età inferiore ai 14 anni possono essere inoltrate senza l’accordo individuale allegato fino al 30 giugno 2023.

Rischio idrogeologico e frana di Casamicciola, dal monte Epomeo morte e distruzione

Il 26 novembre dello scorso anno la frana di Casamicciola, a Ischia, ha causato morte e distruzione. Un evento che ancora una volta evidenzia la fragilità di alcune zone dell’Italia. Aree particolarmente vulnerabili ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Il nostro Paese è tra i più colpiti in Europa dai fenomeni franosi. Si stima che il 70% delle frane che riguardano il continente sono italiane.

In questo articolo cerchiamo di fare luce sulle cause e sulle conseguenze del rischio idrogeologico in Italia. Cercando risposte su come si può fare prevenzione e come si possono gestire eventi così gravi per proteggere le comunità e l’ambiente.

Cos’è il rischio idrogeologico

Rientra nel rischio idrogeologico la percentuale alta di probabilità che in una determinata zona si possano verificare, anche con una certa frequenza nel tempo, eventi meteorologici o idrologici . Ci si riferisce a alluvioni, frane, esondazioni, mareggiate. Fenomeni vasti che provocano morte e distruzione. Il rischio è strettamente collegato alle caratteristiche del territorio e comprende la vulnerabilità delle popolazioni e le eventuali misure di prevenzione e mitigazione da adottare.

Quali sono i fattori del rischio idrogeologico?

Tra i fattori naturali ci sono sicuramente le caratteristiche del territorio. La presenza di fiumi, torrenti, laghi o mari; così come la composizione del suolo, la pendenza del terreno, la presenza di frane o dissesti idrogeologici sono i principali. Anche il clima va preso in considerazione, poiché la quantità di precipitazioni, nonché la loro intensità e la loro distribuzione nel tempo incide tantissimo.

Gli eventi meteorologici estremi, come le tempeste, le ondate di calore, i tifoni o gli uragani sono tra i fenomeni legati alla crisi climatica e, una volta rari, oggi sempre più frequenti. A quanto detto finora, aggiungiamo l’urbanizzazione incontrollata e la cementificazione del territorio in grado di alterare il sistema idrogeologico e a favorire l’insorgenza di eventi alluvionali. Anche la manutenzione insufficiente o inadeguata a argini, dighe e ponti possono essere all’origine di tragiche conseguenze. Non ultimi lo sfruttamento  incontrollato del suolo, l’abbandono delle terre, la deforestazione, l’intensificazione agricola e  l’inquinamento delle acque aumentano a dismisura il rischio. Così come la mancata sensibilizzazione della popolazione sui rischi e sui comportamenti da adottare in caso di emergenza.

La mappa del rischio frane in Italia, realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, individua le zone a maggior rischio di frana in base alla loro vulnerabilità geologica, idrogeologica e antropica.

In Italia circa il 14% del territorio è a rischio frane, con circa 5 milioni di persone che vivono in queste zone. In particolare, le regioni più a rischio sono: la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, la Sardegna.

Cori razzisti, il Maradona rischia la chiusura di un settore

“Sui presunti cori razzisti rivolti dai tifosi napoletani a Romelu Lukaku, nel corso di Inter-Napoli, che erano invece cori di incoraggiamento al difensore Azzurro Kim Min-Jae, è stato chiesto agli ispettori federali di fare luce. Lo stadio Maradona rischia la chiusura del settore solitamente frequentato dai tifosi in trasferta per Inter-Napoli, il settore ‘terzo anello blu’”. Lo ha detto il giornalista sportivo Gianluca Vigliotti nel corso della puntata di lunedì 9 gennaio del programma Studio Mattina, in onda su Canale 9, rispondendo alle domande di Barbara Petrillo e di Marco Caiano.

Sugli incidenti tra i tifosi della Roma e del Napoli sull’Autostrada A1, nei pressi di Arezzo, Vigliotti è più tranquillo. “Escludo possano esserci conseguenze, poiché i tafferugli si sono verificati lontano dallo stadio. Mi aspetto , piuttosto, grande severità verso questi pseudo tifosi che insozzano il mondo del calcio e dello sport. A vedere le immagini a tutti note ho provato ribrezzo”.

Frana a Ischia, dall’emergenza al futuro

Se solo il cielo fosse riuscito a trattenere un po’ di quella pioggia venuta giù a cateratte.

Se solo le rocce che si sono staccate dal maestoso monte, avessero seguito altre traiettorie fino a carambolare in mare.

Se solo il fango avesse potuto deviare, anche di poco, senza travolgere le case, fino a sventrarle, e le vie, fino a trasfigurarle che anche gli abitanti dicevano – all’alba della tragedia compiuta – Oddio, dove siamo!

Questo servizio non sarebbe andato in onda e oggi Giovangiuseppe, 22 giorni, Maria Teresa, 6 anni, Francesco 11 anni, Michele 16anni e gli adulti – loro genitori e vicini di casa e amici – sarebbero ancora qui con noi. I grandi a raccontarsi del pericolo scampato, i piccoli a giocare e a crescere.

La ferita di Casamicciola è il taglio che scende giù dall’Epomeo, nero, spettrale che i mille spiriti che lo possiedono, ancora lo animano. Una cicatrice che divide il di qua dal di là e per attraversarla bisogna sporcarsi fino alle caviglie.

Dal Comitato che sta gestendo l’emergenza sono arrivate due importanti notizie: il numero degli sfollati aumenterà, perché ci sono altre case in pericolo; l’area sarà messa in sicurezza e, solo dopo, si valuterà se ricostruire le case.

La macchina dei soccorsi è imponente. Vigili del fuoco, Protezione civile, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia municipale, Guardia Costiera. In forze e ben organizzati.

Ma a commuovere sono loro, i volontari. Studenti che, con le scuole chiuse, si sono precipitati per dare un aiuto. Sporchi di fango, con tra le mani badili enormi, più grandi di loro. Mai stanchi e con il sorriso pronto a tirare su chi sta per cedere.

E la proprietaria di un supermercato, che si è trovato sulla linea della colata. Lei pulisce con una pompa quello che si può recuperare e lo regala ai residenti. Qui, dove manca la corrente elettrica e le case sono chiuse, oppure invase dalla poltiglia. Qui da dove la speranza non è andata via.

“Passeggiate Napoletane”, al Teatro dei Lazzari Felici

Da sabato 3 dicembre, riprendono gli spettacoli con degustazione al Teatro dei Lazzari Felici di Napoli. Ogni volta ci sarà uno spettacolo differente ma sempre all’insegna della napoletanità e del divertimento accompagnato da una piccola cena basata sulla cucina tipica partenopea.

Il primo spettacolo, alle ore 21, “Passeggiata Napoletana”, a cura di Clelia Liguori e Peppe Carosella. Uno spettacolo che racconta Napoli attraverso: le canzoni, la poesia, il teatro, l’umorismo, le testimonianze che grandi personaggi delle cultura napoletana e non solo ci hanno lasciato. Un percorso virtuale che porta dai vicoli, ai grandi palazzi della cultura della città, attraversano le varie epoche e le evoluzioni che hanno caratterizzato la storia del nostro popolo. Si alterneranno melodie che hanno fatto la storia delle canzone classica e pezzi di teatro che hanno fatto il giro del mondo. Tutto grazie alla voce di Clelia Liguori, che sarà accompagnata al piano dal maestro Giovanni Ortosecco, e da Peppe Carosella, che ha curato anche la regia.

Il Teatro dei Lazzari Felici,  teatro off napoletano, si allontana dalla classica sala da teatro per trasformarsi in qualcosa di più intimo. E’ un esempio di architettura napoletana, con mattoni in tufo a vista, e soffitto a volte. Si trova nel cuore di Napoli, in vico Santa Maria dell’Aiuto 17 a due passi da Largo Santa Maria la Nova, dove c’è un garage convenzionato. Dato il numero limitato di posti è obbligatoria la prenotazione che può essere effettuata chiamando il 3500121224, consultare il sito web www.lazzarifelici.it o la pagina Fb Lazzari Felici.

Oncologi e Medici di famiglia insieme per rispondere alle esigenze dei pazienti oncologici

Può dirsi positivo il bilancio della seconda edizione del Cipomo Day, dal titolo “Il tempo della transizione”. Nel corso dell’evento è emersa la necessità di collaborare tra oncologi ospedalieri e medici del territorio nella riorganizzazione dell’assistenza ai pazienti oncologici con diverse esigenze nelle differenti fasi della malattia.

Uno degli obiettivi da raggiugere quanto prima è la realizzare di una cartella clinica informatizzata condivisa per flusso, dati e impostazione dei programmi terapeutico-assistenziali fra ospedale e territorio. Una cartella clinica alla quale, tutti gli “attori” dell’assistenza clinica ai pazienti possano avere accesso. Questa è una delle indicazioni-chiave arrivate da Oncologi e Medici di medicina generale di tutta Italia a conclusione della seconda edizione online del Cipomo Day, appuntamento annuale del Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri, organizzato quest’anno in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri.

Nel corso dell’incontro è stata sottolineata con forza l’importanza della realizzazione di un sistema informatizzato che abbatta distanze e barriere fisiche e temporali per velocizzare l’interazione, l’integrazione e il teleconsulto tra oncologi e medici del territorio. Faciliti, inoltre, gli indiscutibili vantaggi della telemedicina per il monitoraggio a distanza del paziente. Solo così, suggeriscono gli esperti, si potrà consolidare un percorso condiviso che garantisca al paziente oncologico un’assistenza completa ed integrata in tutte le fasi della malattia, soprattutto nel delicato momento di transizione dall’ospedale al territorio.

E’ emersa anche la necessità di una corretta informazione ed educazione sanitaria del paziente e del caregiver per costruire un’alleanza terapeutica, aumentando così l’aderenza alle terapie domiciliari; l’urgenza di formare nuove figure sanitarie che possano gestire i pazienti al domicilio – come infermieri “dedicati” – rilevando, oltre ai dati clinici, anche le fragilità familiari per ottimizzare l’utilizzo delle risorse sanitarie per ciascun paziente; infine la necessità di coinvolgere e formare le associazioni di volontariato, oltre a tutto il personale sanitario.

“Ogni giorno in Italia circa mille persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno e oltre 3 milioni e 700 mila hanno avuto una diagnosi di tumore maligno – ha sottolineato il presidente del CIPOMO, Luigi Cavanna – . Pazienti con esigenze molto diverse e che grazie ai progressi della ricerca hanno di gran lunga aumentato le loro aspettative di vita. Per cui non possono continuare ad avere come solo punto di riferimento l’ospedale. Bisogna curarli, quando è possibile, in strutture vicine al loro domicilio, facendo loro risparmiare tempo, evitando il peso dei viaggi della speranza e delle attese in ospedali affollati. La grande novità di questo incontro è stata che ogni regione d’Italia ha visto il confronto costruttivo fra oncologi e medici di famiglia. E tutti abbiamo concordato sul fatto che il tempo della transizione è arrivato, lavoriamoci”.

Da tre tavole rotonde, che hanno coinvolto gli esperti delle tre macroaree territoriali, sono scaturite le coordinate condivise con gli Ordini dei medici di tutta Italia: 1) le cure simultanee sul territorio durante la terapia oncologica attiva, con  concomitanza di assistenza, coordinata dalla Dott.ssa Cinzia Ortega per il Nord, 2) le cure palliative come modello di transizione tra ospedale e territorio, coordinata dottoressa Rosa Rita Silva per il Centro, 3) La transizione ospedale-territorio nella fase della guarigione, coordinato dal dottore Paolo Tralongo, per Isole e Sud. Inoltre, la dottoressa Luisa Fioretto ha presentato una lettura magistrale sull’umanizzazione, tematica di estrema attualità.

La prima edizione di “Luoghi abitanti”

È stata presentata presso la sala del Consiglio della Città Metropolitana di Napoli la prima edizione di “Luoghi abitanti”. L’evento di cultura e turismo promosso dall’Associazione Culturale Premio Elsa Morante insieme alla Città Metropolitana di Napoli, è stato illustrato da Tiuna Notarbartolo, direttrice del progetto; Antonio Parlati, direttore Rai Napoli; Antonio Sabino, sindaco di Quarto, delegato al patrimonio della Città Metropolitana; Anna Capasso, dirigente al Patrimonio della Città Metropolitana; Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei giornalisti; Giuseppe Ossorio, Fondazione Regioni d’Europa; Luigi Grossi, autore di una delle mostre inaugurate nella mattinata.

In apertura la Notarbartolo ha illustrato il ricco programma, dopo di lei il direttore Parlati si è detto entusiasta della riuscita di questo nuovo evento in cui la Rai è partner con l’Associazione Premio Elsa Morante. Ha proseguito Giuseppe Ossorio, ricordando di quanti e bei luoghi “abitanti” napoletani ci sono, al momento abbandonati a loro stessi e che andrebbero fatti rivivere proprio attraverso arte cultura e spettacolo. A portare i saluti dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, è stato il presidente Lucarelli che ha sottolineato il ruolo di stimolo che i giornalisti possono e devono avere in una rivalutazione dei luoghi proprio con manifestazioni del calibro di “Luoghi abitanti”. Dopo i saluti del maestro Grossi, ha preso la parola la dirigente al Patrimonio Anna Capasso che ha sottolineato l’importanza di una kermesse assolutamente originale che riporta i magnifici luoghi del patrimonio cittadino alla ribalta delle cronache e li apre alla fruizione delle persone.
In chiusura il sindaco di Quarto, Antonio Sabino, delegato al Patrimonio e Beni Comuni per la Città  Metropolitana di Napoli, portando anche i saluti del Sindaco Manfredi, ha posto l’accento sul valore anche di pietra miliale di “Luoghi abitanti” che apre, con queste  date, una prima edizione destinata a susseguirsi di anno in anno, allargandosi sempre più a territorio e territori, con un’offerta di arte, cultura e spettacolo di grande qualità e varietà. A seguire sono state inaugurate le due mostre personali di del Maestro Luigi Grossi “Napoli e la tavola Grossi”, e la personale del pittore siciliano Giuseppe Notarbartolo titolata proprio “Luoghi abitanti”. Infine, Tjuna Notarbartolo ha ricordato i partner di questa edizione che vanno da La Dante in Cambridge, European Cultural Centre, a Napoli Città della Musica, Argentalia, Associazione Alto Casertano, Giannini Editore, Comune di Quarto, e comune di Chiaianello.
Nel pomeriggio si è tenuta, nella stessa sala del Consiglio, il talk “Luoghi dell’anima” cui hanno preso parte  lo scrittore Lorenzo Marone, il musicista Antonio Onorato, il produttore creativo di “Un posto al sole” Fabio Sabbioni, il pittore Luigi Grossi. A condurre l’intenso dibattito sono stati Tjuna Notarbartolo e Antonio Parlati. “Un paese non ce l’ho, e l’arei voluto, foss’anche solo per il desiderio vanesio di tornarvi, a mostrare d’essere riuscito nella vita! Ma ne porto comunque uno dentro, che in verità m’ha visto poco crescere…” queste alcune delle  parole di  Marone che si riferisce Teggiano, un piccolo centro medievale del Cilento.  Il suo posto ideale potrebbe essere dunque, più un borgo che una città ma comunque un luogo dove ci si sente bene e si trova un proprio centro, dove si smette di vivere anestetizzati dal semplice scorrere del tempo.
“Napoli è una città molto estroversa e rappresenta perfettamente un luogo abitante perché abita le persone”, ha dichiarato Sabbioni. Trasferitosi da Bologna per lavorare come produttore creativo di Un Posto al sole, Fabio Sabbioni, ormai si sente a casa nella città partenopea. “Il luogo dell’anima è dove sei libero, dove ti riconosci e dove conosci.
Dove non rischi di inciampare e dove terminano i tuoi tentativi di fuga”, ha detto. Per Onorato invece, il luogo ideale è quello dal quale ci si sente irrimediabilmente attratti, per lui è l’America dei nativi, gli Indios, di cui ama profondamente la cultura, le tradizioni e la storia, tanto da sentirsi una reincarnazione di un di loro. Il maestro Grossi si è soffermato invece su  Napoli, le cui atmosfere ed umori  sono stati  rappresenta con i colori e la sua arte. “Napoli è il mio luogo dell’anima -ha dichiarato-. Il viaggio più lungo che ho fatto è stato dal quartiere sanità ai quartieri spagnoli, ma in quel breve tratto ho assorbito e restituito incredibili colori ed emozioni”.

Gli esperti della GIS Consulting in campo per la sicurezza nelle scuole

Si è concluso il mese dedicato alla Prevenzione e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro  organizzato dalla  Gis Consulting , in collaborazione  con diverse Istituzioni Scolastiche del territorio campano ed i relativi Dirigenti Scolastici che hanno ospitato gli eventi. Tra le scuole coinvolte ci sono: Iss Montalcini Ferraris di Saviano Marigliano, Ic De Filippo di Poggiomarino, Sspg Don Vitale di Giugliano – IS Tassinari di Pozzuoli, Cd 46’ Scialoja Cortese di Napoli, Isis Filangieri di Frattamaggiore.
L’iniziativa, che ha coinvolto diverse figure professionali che si occupano della Gestione della Sicurezza all’interno delle Istituzioni Scolastiche, rientra in un percorso intrapreso per la promozione della Sicurezza del Lavoro che vede le Scuole schierate in prima linea verso questo obiettivo. Al seminario hanno partecipato numerosi Dirigenti Scolastici, Dsga, Rspp, Aspp e Rls i quali hanno dato il loro contributo nella definizione dei processi di risoluzione delle problematiche sulla sicurezza anche alla luce della nuova Legge 215/2021 che modifica l’art.18   del dlgs 81/08 nei rapporti con l’Ente locale prevedendo una valutazione rischi congiunta.   Negli   incontri si è inoltre approfondito, con un breve training sul campo, il tema del Basic Life Support Defibrillation nelle scuole  con simulazioni di utilizzo del defibrillatore.
“Ci sentiamo particolarmente coinvolti sull’evoluzione normativa – ha detto il responsabile della Gis Consulting Giovanni Miraglia – il nostro vuole essere un valido supporto alla prevenzione dei rischi nelle Istituzioni Scolastiche. Un impegno pratico nel rispetto di tutte le figure coinvolte nel mondo della Scuola. Nel ringraziare quanti hanno partecipato agli eventi, dedichiamo questo successo ai nostri più stretti collaboratori che quotidianamente si adoperano per migliorare sempre i nostri servizi e per soddisfare le esigenze dei nostri committenti.”. I cinque seminari, hanno avuto una nutrita partecipazione territoriale di addetti ai lavori ed hanno rappresentato   una opportunità per la  Gis Consulting per condividere le esperienze maturate nei ventiquattro anni di attività vissuta. È stata anche l’occasione per confrontare le idee al fine di  raffinare  i nostri  Modelli di Organizzazione e Gestione  in  materia di sicurezza  e renderli più efficaci ed aderenti al quotidiano.
Dietro alla Gis Consulting c’è un team di  Professionisti con diverse specializzazioni,  una   competenza  in engineering e strumentazione  di verifica, una  passione  per la formazione,  un  aggiornamento costante e  continuo per cucire   con   immediatezza   e   semplicità   sulle   esigenze degli istituti scolastici le novità del legislatore e soprattutto un grande spirito di servizio.​

Nuovo bonus auto fino a 3.500 euro: chi può richiederlo?

Buone notizie per chi possiede un’auto alimentata a benzina o diesel e ha deciso finalmente di passare a un’auto elettrica. Il Ministero per le Infrastrutture e per i Trasporti ha stabilito che il nuovo bonus auto nasce allo scopo di ridurre le emissioni di CO2 nell’aria e per incrementare la diffusione di veicoli elettrici  circolanti.

Nuovo bonus auto fino a 3.500 euro: come funziona

Attivo dalla fine del 2021, il bonus mette a disposizione dei cittadini, per riconvertire il motore endotermico in un motore elettrico, un fondo da 14 milioni di euro. Ogni utente delle strada alle prese con la decisione di inquinare il meno possibile può ottenere fino al 60% delle spese sostenute, entro un massimo di 3.500 euro. In più, è possibile ricevere un contributo aggiuntivo fino al 60% sulle spese relative all’imposta da bollo per l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico, all’imposta da bollo e di registro.
Requisito fondamentale per ottenere il bonus è il possesso di un veicolo alimentato a benzina o diesel, adibito al trasporto di persone o di merci. Quindi oltre alle auto, anche i furgoni, i camion e alcune tipologie di fuoristrada. Inoltre, il bonus è retroattivo agli interventi eseguiti a partire dal 10 novembre 2021 e non sono previsti limiti reddituali o ISEE per accedere.

Come richiederlo

A breve sarà attivata una piattaforma, gestita da Consap Spa, anche se il Ministero dei Trasporti non ha ancora chiarito quali siano le modalità utili per la presentazione della domanda. In ogni caso la scadenza per poter richiedere il bonus auto è stata fissata al 31 dicembre 2022.